Il TONING è una tecnica vocale il cui scopo è di riequilibrare i modelli vibrazionali del corpo fisico e sottile, riportandoli al normale livello elettromagnetico. Il suono della voce diventa così uno strumento dell'Io spirituale. Il canto dei cosiddetti "Suoni Sacri" comporta l'uso delle vocali e di altri particolari fonemi, in grado di mettere in vibrazione i centri psicoeterici (Chakra), aprendoli (ove fossero chiusi), bilanciandoli e collegandoli. Con la pratica del Toning è possibile correggere le disarmonie che si ripercuotono sul cattivo funzionamento di organi e apparati fisici, e interferendo sulla sfera psichica-mentale.
Per OVERTONING si intende poi il particolare sistema del Canto Armonico (Overtones Singing), con cui si entra ad un livello di Meditazione del Suono che antiche tradizioni (mongole, tibetane, tuvane e sciamaniche) da tempo usano come mezzo di connessione col Sé Superiore, attivando livelli profondi di coscienza che contribuiscono alla trasformazione interiore e alla crescita spirituale.
Il Toning e l'Overtoning si sono dimostrate inoltre ottime tecniche per "ricaricare" il cervello e favorire l'assenza del pensiero, con la produzione di onde cerebrali Alpha, Theta e Delta.
La pratica costante di questi sistemi (che fanno parte del Nada Yoga, lo yoga del Suono), porta ad una sempre maggior consapevolezza di sé, del mondo esterno e del Cosmo: è la vera essenza dell'Armonia delle Sfere di Pitagora.
Esistono molte teorie riguardo i chakra e l'uso del suono: nel nostro sistema postuliamo alcuni principi fondamentali:
Ogni cosa e' in vibrazione, il suono e' vibrazione
Ogni cosa è suono
Così è sopra, così è sotto (Ermete Trismegisto)
Previsione di 7 chakra principali
Utilizzo dei suoni vocalici per ogni chakra, secondo la sequenza: U, O chiusa, O aperta, A, E, I, M
Associazione chakra/nota secondo la scala musicale n.64 del Melakharta: "Vachaspati", che riproduce la successione naturale dei suoni armonici
Visualizzazione del chakra e concentrazione su di esso durante il canto del suono corrispondente
Utilizzo degli armonici (overtones) per mettere in collegamento i chakra fra di loro, in base alla corrispondenza fra i suoni armonici prodotti e la nota del chakra relativo
Abbandono alla pratica per se stessa (mancanza di aspettative)
Il termine "Chakra", in sanscrito, significa letteralmente "ruota": si tratta di un vocabolo usato per rappresentare più specificatamente un vortice di energia che, per l'appunto, ha un suo moto rotatorio. Il chakra non ha una sua essenza fisica ma costituisce un centro psichico, associabile ad alcune zone del corpo fisico e ad alcuni organi o ghiandole. Nei testi indiani e tibetani vengono descritti come loti forniti di un preciso numero di petali, a cui corrisponderebbero particolari colori, suoni, note e immagini sacro-mitologiche. Alla mentalità occidentale più ortodossa tali accostamenti fanno storcere subito il naso, ma bisogna tener conto che la mentalità orientale, nel trattare ed illustrare concetti ed esperienze trascendentali, ricorre normalmente ad immagini e situazioni a carattere mitologico, più consone ad esprimere ciò che le parole difficilmente possono fare. Quando poi si tratta di nozioni di tipo fisiologico ed anatomico, si fa' riferimento a quanto i veggenti asseriscono di aver sperimentato in particolari stati di sovracoscienza.
Il nostro sistema prevede 7 Chakra principali a cui vanno associate 7 note (corrispondenti alla scala n. 64 del Melakharta del Sud India ("Vachaspati"): la tonica della scala (SOL) viene localizzata al III° Chakra, e le ultime due note della scala sono prese sull'ottava bassa per i primi 2 Chakra. Si utilizzano i suoni vocalici (u o a e i e la "m" ) per far risuonare i diversi centri. In base poi alla produzione degli armonici ("overtones"), per ogni suono è prevista una serie di "collegamenti" fra i Chakra , che permettono di armonizzare i corpi sottili potenziandone le proprietà.
Aspetti meditativi e trasformativi del Suono: la Contemplazione
Il primo fra gli armonici a produrre una mutamento, una trasformazione è il III° ARMONICO, che produce un intervallo di quinta giusta. I primi due armonici si identificano ancora con la fondamentale, la tonica: col II°ARMONICO siamo già ad un primo livello diversificato, in quanto il secondo suono dell'armonico si sovrappone a quello della tonica. Ma è con il III° che avviene la trasmutazione effettiva, dove qualcosa cambia effettivamente la "qualità" del suono. E così come cambia e si trasforma il suono, mettendo in essere qualcos'altro (si produce un' altra nota, ad un'altra altezza), allo stesso modo qualcosa cambia nella nostra essenza, la nostra consapevolezza si sposta su di un altro diverso livello di percezione. Il legame fisico, grossolano, che è fortemente espresso dalla tonica, viene a spezzarsi in favore di una connessione a un qualcosa che è fuori di noi, all'esterno, ad un livello più sottile, ad una vibrazione più alta. Tutto questo, però, rimanendo ben collegato alla base, al centro fisico, dal momento che il suono armonico rimane sempre legato alla fondamentale, alla tonica.
Il primo passo nella conoscenza e applicazione dei suoni armonici a fini di "trasformazione" consiste proprio nel percepire, riconoscere e riprodurre questo secondo suono (la quinta) che si somma alla nota di base. A seconda dell'altezza della nota tonica da cui si parte, esistono diverse tecniche per produrre questo III° armonico e quindi un intervallo di quinta. Una volta riusciti ad identificarlo bisognerà procedere ad una sorta di "contemplazione" di questo intervallo, mettendo a fuoco l'armonico e facendolo come divenire una nuova tonica che si sovrappone al suono-base. Si tratta, in un certo senso, di invertire il procedimento: non è più l'armonico a nascere dalla fondamentale me è come se acquistasse una propria vita autonoma, emergendo e diventando quindi in primo piano. In questo modo si migliora anche la potenza e la vitalità del suono armonico rispetto alla tonica generatrice, che diventa di sottofondo.
Lo stesso procedimento si attua con tutti gli altri armonici prodotti.